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Puglia, anni '90. Daniele, appena quattordicenne, scruta ossessivamente il padre divorato dalla depressione nel tentativo di proteggerlo da se stesso. Nelle calde estati in campagna tra trulli, mandorli, ulivi secolari e tratturi mangiati dalla polvere, una famiglia si stringe attorno a quest'uomo affidandosi ai ritmi della "terra", alle tradizioni che la tengono unita, nel tentativo di preservarlo dalla sofferenza e dal dolore che lo consumano. Una Puglia ancora primordiale in cui la ricostruzione della memoria familiare si spinge fino agli anni '60, quelli della grande emigrazione verso Torino, e poi negli anni bui della storia della prima Repubblica. Sono ormai trascorsi vent'anni da quell'estate terribile e per Daniele è ormai tempo di ricucire lo strappo con il passato, provando a recuperare, ora che il padre non c'è più, un dialogo rincorso invano per tutta l'infanzia.